Il mercato aziendale moderno richiede tutta una serie di accorgimenti che le attività dovranno osservare e rispettare al fine di presentarsi competitive nel paradigma di riferimento. Quando si apre un’azienda, si decide di investire in essa tempo e denaro. Per questa ragione, occorre creare un progetto che sia, non solo matrice di orgoglio, ma che desti le medesime sensazioni anche nei potenziali acquirenti.
Distinguersi dalla massa è fondamentale. Bisogna, infatti, ragionare in relazione ad un panorama fervente come nient’altro e in costante evoluzione. Per questo motivo, rimanere competitivi potrebbe risultare un’ardua impresa, a meno di non avere alle spalle dei piani di branding efficaci che mettano la compagnia in risalto rispetto alla concorrenza.
Ovviamente, per raggiungere questi risultati ci sarà bisogno di pianificare ogni tattica nei minimi dettagli, rivolgendosi ad esperti di settore come iris comunicazione al fine di organizzare tutto perfettamente in funzione dei ritmi e delle attitudini dell’azienda, proprio partendo dal brand naming, ossia dalla definizione e dal nome con cui essa si pone sul mercato. In questa guida scopriremo tutto ciò che c’è da sapere al riguardo.
Ecco cos’è il brand naming
In questa sede, occorre chiarire in primo luogo in cosa, di fatto, il brand naming consista, sia dal punto di vista generale che particolare. Quando si parla di brand naming si fa riferimento ad un’attività di marketing attraverso la quale si ricerca e sceglie in che modo impostare il nome dell’azienda, in modo da posizionarlo correttamente nel settore di riferimento.
Il naming dovrà, quindi, far luce sul nome del brand e del prodotto, sulla sua efficacia nel mercato e sugli slogan distintivi che permetteranno alla company di brillare sulla scena aziendale in cui si immerge. Il brand naming, dunque, è uno dei primi step per ottenere risultati concreti in ambito lavorativo. Purtroppo, però, viene spesso preso sottogamba dagli addetti ai lavori che non considerano quanto, di fatto, il nome sia importante per la propria attività.
Un nome d’impatto susciterà curiosità nei clienti e li spingerà, almeno le prime volte, a provare, in un certo senso, a correre un rischio nei confronti della vostra realtà. Emozioni, queste, che solo un nome scelto in maniera sapiente e pragmatica può far scattare nell’utenza, a discapito di un branding anonimo e in linea con i canoni arcaici del mercato di riferimento.
Come attuare il brand naming con successo
Ci sono, in vero, dei passaggi che seguono la progettazione del nome di un’azienda o di un particolare brand immesso sul mercato. La creatività non è l’unica variabile in ballo. Quando si fa brand naming, infatti, bisogna partire da una ricerca atta ad analizzare il proprio settore ed il panorama in cui la company andrà ad immergersi.
La casualità non ha mai premiato le aziende e, ogni startup, dovrà essere consapevole di quanto competitivo il mercato sia. Formulare delle proposte, magari insieme al proprio team di creativi potrebbe risultare una scelta efficace. Dedicare del tempo durante le giornate di lavoro al brainstorming relativo al naming può permettere di restringere il campo alle alternative più favorevoli ai fini promozionali.
Come detto, il nome dovrà essere originale e d’impatto, nonché comprensibile per il target a cui si andrà a proporre. In un mondo in cui la spanna d’attenzione e la memoria a breve termine dell’utenza ricopre archi temporali istantanei, optare per un nome corto ed evocativo potrebbe essere una scelta vincente. Il nome dell’azienda deve rimanere impresso in positivo, essere evocativo e divertente, magari tirando in ballo dei giochi di parole in un contesto lavorativo rivolto ad una clientela informale.