Prendiamo spunto da un fatto tragico di cronaca, la morte di una giovane 22enne, Rosaria Lobascio di Sala Casilina, in Provincia di Salerno che ha perso la vita in seguito ad un intervento chirurgico per favorire la perdita di peso per parlare di questo tipo di intervento, dell’opportunità di eseguirlo, al rapporto rischio/beneficio che è connesso a questo tipo di intervento.
La chirurgia bariatrica è la Chirurgia applicata all’obiettivo del dimagrimento, quando le altre strade praticabili sono state percorse senza ottenere risultati apprezzabili. Non sono interventi che si praticano a cuor leggero, si tratta di interventi chirurgici di una certa complessità e che richiedono grandi sacrifici anche da parte della paziente successivi all’intervento stesso.
Dopo l’intervento, infatti, è necessario un significativo periodo di rinunce alimentari, con una dieta esclusivamente liquida e solo dopo alcuni mesi è possibile riprendere in maniera graduale una dieta leggera, semiliquida per introdurre un poco alla volta gli alimenti più solidi.
In ogni caso ci vuole l’impegno della persona a ridurre le porzioni, a rinunciare ai piaceri classici della gola, insomma, la vita dopo l’intervento deve essere una vita all’insegna delle regole, dell’attenzione al tipo di alimentazione in termini di qualità e quantità.
L’intervento di Chirurgia Bariatrica
L’intervento consiste nell’eliminazione di una parte di intestino o di stomaco. In un caso, decurtando l’intestino, si determina un ridotto assorbimento di sostanze introdotte con il cibo, con l’intervento di riduzione dello stomaco si elimina il 90% dello stomaco, riducendo il senso di fame e, al contrario, un maggiore senso di sazietà anche con l’introduzione di quantità decisamente ridotte di cibo, inducendo di conseguenza le persone a ridurre l’alimentazione.
Il fatto è che l’operatore che ha eseguito l’intervento specifico sulla giovane che ha purtroppo perso la vita è un medico esperto ed apprezzato ma questo genere di intervento non è esente da grandi rischi, per cui a prescindere dalla perizia del medico qualche complicazione, qualche imprevisto è sempre in agguato. Sulla vicenda specifica nulla si può dire dal momento che sarà cura della Magistratura accertare cause e dinamica degli avvenimenti ed accertare eventuali responsabilità se sussistenti.
L’intervento cui si è sottoposta la giovane Rosaria, è una resezione gastrica, una gastrectomia verticale, un intervento irreversibile, che può avere conseguenze gravi come la perforazione del tessuto lungo la linea di sutura, la perdita di succhi gastrici con versamento nei tessuti circostanti, la formazione di fistole gastriche e la sepsi, una grave infezione che si può diffondere a tutto l’organismo, spesso con l’impossibilità di risoluzione con le terapie a disposizione dei medici e degli ospedali.
A parte la sepsi, gli altri elementi che abbiamo citato come potenziali conserguenze possono provocare una grave peritonite che può anche assumere il carattere fulminante, senza che i medici possano avere il tempo di contrastarla. Nel caso specifico della giovane Rosaria, a detta dei medici, la paziente stava rispondendo al decorso post operatorio, la situazione è precipitata rapidamente.
Rispetto all’opportunità di questo tipo di chirurgia, va detto che questa viene eseguita dopo approfondite visite ed esami, di carattere chirurgico, psicologico, endocrinologico e il percorso per arrivare all’intervento è lungo e complesso. Si esegue sempre soltanto a fronte di una condizione di grave obesità che metterebbe a rischio la durata della vita della persona e la sua qualità, come sappiamo bene essere nei casi di obesità che portano a gravi rischi di incidenti cardio vascolari, ma anche di deformazioni ossee, disturbi metabolici gravi e molto altro che incide gravemente sulla qualità e l’aspettativa di vita.