I Risparmiatori che investono in Obbligazioni bancarie sono certamente convinti di aver messo al sicuro i propri risparmi e di ottenere un buon rendimento. Il rendimento è un riconoscimento economico che viene riconosciuto all’investitore per il fatto di aver deciso di mettere a rischio il proprio denaro, per questo esiste un collegamento diretto, direttamente proporzionale tra rendimento e rischio. Quanto maggiore è il rendimento atteso, tanto maggiore è la dose di rischio.
Se la tua Banca ti propone un investimento in Obbligazioni della stessa banca, valuta il rendimento proposto, se è particolarmente interessante, conveniente, significa che la situazione economica dalla banca non è il massimo dell’affidabilità, il rischio è elevato. Abbiamo assistito ad un fenomeno del genere nelle Banche fallite, le quattro “salvate” dal Governo Renzi e le altre due Venete, la popolare di Vicenza e la Veneto Banca, oltre al caso eclatante della Monte dei Paschi. In tutti questi casi funzionari bancari avrebbero proposto ai risparmiatori obbligazioni della Banca ad alti tassi di interesse dandoli come sicuri, salvo poi scoprire che la situazione delle Banche era a dir poco disastrosa.
Il rischio per i risparmiatori
L’Unione Europea ha introdotto il concetto di Bail In, sottoscritto e acquisito anche dal Governo italiano dell’epoca; cosa è il Bail in? Letteralmente significa “salvataggio dall’interno”, il che significa che se la Banca è in forte difficoltà, a rischio di fallimento, invece di usufruire degli aiuti da parte dello Stato per il salvataggio, andando a pesare sulla fiscalità generale, su tutti i contribuenti, in sostanza, il salvataggio ricade prima sugli azionisti, poi sugli obbligazionisti e infine anche sui correntisti al di sopra dei 100 mila Euro di deposito.
Dalle normative Europee recepite anche dal nostro Paese, quindi, chi detiene delle Obbligazioni bancarie è tenuto a rinunciarvi per salvare la Banca. Il rischio per gli investitori è quindi reale e può anche essere elevato, come dimostrato dai fatti accaduti, milioni di risparmiatori che hanno visto volare via il proprio denaro in un attimo, perdendo i risparmi di tutta una vita. Fino ad oggi si riteneva che i piccoli obbligazionisti fossero esclusi dal Bail in, come i correntisti al di sotto dei 100 mila Euro ma non è così, a sostenerlo sono anche organismi internazionali come EBA ed ESMA che hanno lanciato un allarme in merito.
Anche i piccoli obbligazionisti, quindi, sono a forte rischio rispetto alla possibilità di crisi della propria Banca. A confermare questo anche una nota a chiarimento della stessa UE che sostiene che La “Direttiva Europea delle risoluzioni bancarie (BRRD) che regola il Bail in, non prevede trattamenti differenziati in base alla natura del detentore del Titolo.
Pertanto, anche i piccoli Obbligazionisti delle Banche sono chiamati a concorrere alle perdite in caso di crisi dell’emittente”. Più chiaro di così l’UE non poteva essere, ora è chiarissimo che anche i piccoli risparmiatori affrontano il medesimo rischio degli investitori maggiori, nessuna differenza, è chiaro.
Cosa accade in caso di Bail In?
In caso di crisi della Banca anche i piccoli obbligazionisti si trovano in situazione di rischio perché detengono obbligazioni soggette a risoluzione o insolvenza normale, perché il valore delle obbligazioni può essere ridotto fino all’annullamento dello stesso o essere convertito in azioni per assorbire le perdite bancarie ma l’ammontare delle perdite dipende anche dal tipo di obbligazione: le subordinate sono esenti da qualsiasi garanzia, quindi la perdita è maggiore e immediata mentre le Obbligazioni Senior vengono perse solo dopo dopo gli azionisti e le obbligazioni subordinate.
Se queste sono sufficienti a salvare la banca, le Obbligazioni Senior sono al riparo. Prima di sottoscrivere un investimento in Obbligazioni Bancarie, presta attenzione a tutte le condizioni previste e informati sugli indici di solidità e affidabilità della Banca emittente.